DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE.

I principali disturbi alimentari: anoressia e bulimia.

Le gravi alterazioni del comportamento alimentare rappresentano un fenomeno in crescita in tutte le società occidentali, anche se nell'ultimo decennio si è assistito ad una parziale stabilizzazione. Esse esordiscono in genere nell'età adolescenziali e sono nettamente più frequenti nel sesso femminile. Sono caratterizzate da una eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee, e giungono spesso tardivamente alla osservazione del medico.

Disturbi alimentari cause

Il disturbo del comportamento alimentare esprime sempre un disagio psicologico profondo, lutti, abusi, abbandoni.

Disturbi alimentari sintomi

Eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee, dimagramento eccessivo, sovrappeso, distorsione della immagine corporea, abuso di lassativi o diuretici, amenorrea, osteoporosi, crisi bulimiche, vomito.

Disturbi alimentari diagnosi

E' clinica, basata cioè sui sintomi. Sono disponibili diversi test.

Disturbi alimentari cure

E' pluridisciplinare: riabilitazione nutrizionale, psicoterapia, farmaci.


Comportamento alimentare e disturbi dell'alimentazione: anoressia e bulimia - Dietologo TorinoNon è affatto raro che una paziente bulimica chieda un appuntamento ad un nutrizionista per effettuare una dieta dimagrante: davanti a sé il medico troverà una paziente in genere normopeso. A differenza di quanto l’opinione pubblica crede, la paziente bulimica in genere non è in sovrappeso. Questo non toglie che sia gravemente disturbata ed in genere il vedersi proporre un trattamento che centri il focus sul suo disturbo alimentare, caratterizzato da cosiddette abbuffate (è il termine scientifico: si intende l’introdurre una quantità notevole di cibo in un tempo limitato, accompagnato da una sgradevole sensazione di totale perdita di controllo) la sorprende. Particolare rilevanza assume la ricerca di segni clinici indicativi di condotte eliminatorie, con frequenti complicanze a carico dei denti, dell’esofago e talvolta dell’equilibrio idroelettrolitico. La terapia cognitivo comportamentale può essere condotta ambulatorialmente, con ottimi risultati.

E’ invece praticamente impossibile che una giovane adolescente anoressica si rechi spontaneamente dal dietologo nutrizionista per ricevere una dieta ipercalorica nel tentativo di riprendere peso. Più facile che avvenga che, imbronciata e pronta alla battaglia, segua suo malgrado i genitori che la hanno accompagnata a forza. Se siete uno di questi genitori e state leggendo, riflettete sul fatto che centrale in queste giovani pazienti è cercare di ottenere pian piano un atteggiamento collaborativo, non stimolare atteggiamenti difensivi quando non adirittura di palese chiusura. Possibilmente bisogna cercare di creare una vera e propria alleanza terapeutica. Cercare di forzare all’aumento di peso una paziente anoressica come si tratta una magrezza costituzionale è una battaglia persa prima di cominciare. La malattia pone la necessità di intervenire su due aree ben precise: quella psicologica e quella nutrizionale. Il focus deve essere spostato dal peso corporeo al riconoscimento del profondo disagio che hanno portato alla malattia.

Tuttavia, per poter affrontare con successo le disfunzioni psicologiche della malattia è necessario, in una fase iniziale, porre rimedio alla denutrizione, poiché quest’ultima influenza profondamente il funzionamento psicologico. Poiché Il disagio psichico delle pazienti ha profonde implicazioni nelle relazioni familiari è molto probabile che reazioni difensive e di chiusura avvengano anche da parte dei genitori. Per queste considerazioni bisogna concludere che purtroppo non tutte le pazienti possono essere seguite ambulatorialmente, salvo quelle in discrete condizioni generali e fortemente motivate; molto spesso per problemi legati all’eccessivo e rapido dimagramento, agli squilibri nutrizionali soprattutto elettrolitici, ad un ambiente familiare non più idoneo talvolta il ricovero si rende necessario.

Con tecniche speciali è invece possibile trattare ambulatorialmente il paziente affetto da Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating disorder), tipo di obesità caratterizzata anche essa da abbuffate ma senza condotte compensatorie, oltre che da una condotta alimentare molto sregolata in tutte le fasi della giornata. Circa il 30% dei pazienti obesi ne è affetto. Scopo della terapia del nutrizionista è quello di normalizzare il comportamento alimentare, allontanare la pratica consumatoria da stimoli emotivi, recuperare il senso di fame/sazietà al fine di poter seguire con profitto un programma completo di calo ponderale.

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